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Diario di una missione +Considerazioni sulla neve del 13 Feb

MessaggioInviato: domenica 14 febbraio 2021, 8:51
da Olim
Buondì a tutti, ecco qui il resoconto della mia emozionante escursione del 13 Febbraio tra le colline e montagne cimine con l'aggiunta di qualche considerazione sulle caratteristiche del piccolo evento nevoso di ieri.

Partenza da Roma h 5,15 dopo notte quasi insonne a controllare radar, rete, previsioni, segnalazioni di altri :lol:
Pioggia a tratti anche forte sulla Cassia, poi debole, poi di nuovo moderata fino a Fabrica di Roma. Pausa colazione a Fabrica di Roma. Ripartenza h 6,30.
Da sopra Fabrica salendo di quota già dai 350-70m la pioggia lasciava il posto alla neve. Neve che dai 400m in su riusciva poi ad attaccare per bene pochi km a nord del bivio per Carbognano. Lo stacco dell'accumulo è stato davvero millimetrico. Stupefacente (e capisco l'incavolatura/perplessità di Alberto) che a Caprarola Carbognano non sia riuscito ad attaccare visto che nella zona poco a nord da me percorsa era già tutto bianco attorno alle 6,45 del mattino. Vi mostro uno scatto da google maps. Dalla freccia bianca in su già alle 6,45/50 quando sono passato da quelle parti era bello imbiancato (diciamo che iniziava ad imbiancare bene e in modo omogeneo e veniva giù una forte nevicata).


Schermata 2021-02-14 alle 07.10.24.png


Qui non credo sia solo un fatto di versanti intesa come effetti termici da stau o favonici, ma proprio una sfortuna latitudinale e longitudinale dovuta al lento addossamento del freddo. Certo i Cimini non hanno aiutato chi stava sotto lo stacco perché con aria pellicolare hanno comunque favorito un addossamento che ha rallentato se vogliamo la penetrazione del primo strato di aria fredda (quello alle quote basse) verso sud. Però c'è stato anche proprio un problema di tempistiche precipitazioni/penetrazione del freddo e potremmo dire che i Nord-nordest Cimini abbiano fatto da "ultimo baluardo" di quel mix che ha permesso nevicate con accumulo (piccole ovviamente ma con accumulo ben delineato).

Neve buona a Vallerano-Vignanello e poi Canepina e infine inerpicato tra i colli e i boschi che separano Canepina e Soriano sono finalmente arrivato alla mia campagna dove con grande gioia ho già trovato un cm abbondante al suolo con la neve che attecchiva ovunque. Temperatura di 0,1°. Aveva iniziato verosimilmente già attorno alle 6 quando malgrado la precipitazione (ben visibile dalla webcam) il pluviometro aveva smesso di accumulare.

La nevicata è continuata a fiocchi medi o piccoli (mai grandi) per almeno due ore in forma continua e fitta (fino alle 9,30) per poi rallentare e continuare a fiocchi piccoli ma molto fitti. L'accumulo finale si è attestato sui 3cm belli pieni (rimisurati più volte su superfici lignee esposte (tavolette che lascio sempre in giro per l'occasione in punti strategici mai affossati dall'erba, e su tronchi lisci da taglio esposti.
Alle 11 direi che è stato raggiunto il picco dell'accumulo e dell'imbiancamento del paesaggio. Poi piano piano dalle 11,30 complice un lievissimo aumento termico fino a 0,2° 0,3° è iniziato il lento (e poi sempre più veloce dopo le 12,30) scioglimento. In ogni caso il manto è durato anche più delle mia aspettative e fino alle 12 circa è rimasto intonso.

Alle 12 siamo partiti per i Cimini.
Situazione a dir poco surreale.
Salendo di quota infatti l'accumulo anziché aumentare diminuiva. Addirittura a 575m a circa 3km da casa mia direzione ovest e poi sud-ovest verso il bivio per la Faggeta sulla strada sorianese la neve era meno che a casa mia. Ma non è finita. A pian della Britta (m 660circa) stessa neve di casa mia (3cm). Al bivio per la Faggeta non più di 2cm a 720m con accumulo in decrescita. Lungo la strada per la Faggeta il primo tratto disastroso e al fontanile ed oltre fin verso gli 800m non più di 1,5/2cm ovvero meno accumulo di casa mia a 450m. La neve poi dagli 800m aumentava bene fino verso i 5cm (6cm nei tratti più abbondanti) della Faggeta. Prudenzialmente ripensando alle varie misurazioni segnerei proprio un accumulo di 5/6cm altezza piazzale. Ma non di più!! Inoltre alla base di quell'accumulo vi era evidente uno strato di ghiaccio dovuto al probabilissimo gelicidio avvenuto durante la notte almeno fino alle 5,30/6 del mattino.

Dalla Faggeta riprendo la strada verso Roma passando per i Cimini. Situazione a dir poco desolante. Accumuli decenti ancora fino al bivio per Canepina (trivio Soriano-canepina-Viterbo per intenderci) e ancora per 3-4cento metri. Poi il disastro assoluto. Dal bivio per Valle gelata qualcosa di incredibile. Neve a terra non più di 1cm. Manco a dire poi che aveva potuto sciogliere. Assolutamente no perché la temperatura era abbondantemente sotto lo zero. Non era proprio caduta neve lì. Valle gelata a tratti neve a tracce con prati verdi :38: :38: :38:
Poi lievemente meglio salendo verso il passo montagna (sui 2-3cm). Circa 2,5cm al passo montagna e poi il disastro assoluto di nuovo e lì in modo definitivo. 1cm o poco più alla Riserva del Lago di Vico e poche curve sotto 0cm e solo tracce fino a Caprarola SAn Rocco. Da poco sotto (dai 680m) nemmeno una traccia di neve come se non fosse mai nevicato (e in effetti c'è stata solo neve coreografica senza attecchimento). Zero zero per tutto il prosieguo dei Cimini verso sud.

Cosa spiega questo fenomeno così bizzarro che si è verificato non solo sul versante sud anche sul punto di intersezione dei versanti e persino in buona parte sul mio versante a pendio est-ne??? Cosa spiega che a Macchieta e Vignanello abbia nevicato di più che sui Cimini sullo STESSO versante??

A mio avviso il motivo NON è stato legato ad una diversa distribuzione delle precipitazioni. Il radar è sempre stato piuttosto omogeneo da quando è tornato visibile (nella notte c'erano stati dei problemi) ma ad un particolarissimo mix di aria ai diversi strati che ha favorito solo e soltanto le aree più ridossate di versante e più "esterne" alla cintura dei nord e nord-est cimini. Lì la colonna del freddo sia in quota che al suolo si è formata meglio e prima mentre sulle zone montuose interne è prevalso il richiamo caldo. Insomma quell'assurda linea di confine tra massa fredda e richiamo caldo che i Lam vedevano perfettamente ha stazionato insistentemente proprio sulla testa dei Cimini per motivi che non possono essere solo latitudinali o longitudinali ma anche orografici. In questa strenua lotta le aree più esterne ridossate a nord e a est hanno dato il massimo risucchiando tutto il freddo possibile sia al suolo sia a 850hpa mentre per i monti alle spalle brutti scherzi del destino non permettevano che nevicasse nemmeno a 700-800m di quota.
Ovviamente questo discorso diventa più semplice e comprensibile per il versante schiettamente meridionale dei Cimini dal passo montagna in giù. Lì la fatica è stata enorme e lo dimostravano i divari termici tra Soriano/Viterbo e Ronciglione/Poggio durati fino alle 8 del mattino in modo evidentissimo.
Per concludere, questi sono gli scherzi che può farti l'aria pellicolare in presenza di richiamo caldi e spinte fredde a quote medio-basse. Lo stesso scherzo che ebbero i poveri abitanti dei castelli romani il 4 febbraio 2012 quando nella calda Roma nevicava e a 300m sui castelli pioveva. :38: :38:

Ho disegnato qui su questa cartina il limite della migliori nevicate che secondo me è ha coinciso proprio con il limite del richiamo caldo. Si noti come coincide proprio con la fine della parte più alti dei Cimini e l'inizio dei pendii più bassi dove si è ridossato con maggior facilità il freddo alle diverse quote. Al di là della linea accumuli di 3-4cm, al di qua accumuli decrescenti e poi nulli (ovviamente in parte compensati con la quota, quindi ragioniamo anche "tenendo conto della quota").

Schermata 2021-02-14 alle 07.45.13.png

Re: Diario di una missione +Considerazioni sulla neve del 13

MessaggioInviato: lunedì 15 febbraio 2021, 2:54
da Burian
Bellissimo resoconto della giornata del 13 febbraio passata sulla neve tra cimini e la macchieta!

Re: Diario di una missione +Considerazioni sulla neve del 13

MessaggioInviato: lunedì 15 febbraio 2021, 3:27
da Burian
Ottima analisi Lorenzo, credo che sia una spiegazione plausibile di quello che è successo. Tra l'altro non è la prima volta che accade quest'anno, anche il 10 gennaio c'è stato un fenomeno simile ma a quote più alte, vi ricordate il grande gelicidio cimino del 10 Gennaio con la mancata nevicata abbondante che si si aspettava sù?
Quindi in soldoni abbiamo avuto una certa sfortuna che lo scontro/rimescolamento/incontro tra masse d'aria sia avvenuto sui nostri cieli nel momento delle precipitazioni, poteva magari avvenire più a sud, come nel febbraio 2012 citato (o magari più a nord lasciandoci con la pioggia, ipotesi ovviamente peggiore).
Un ulteriore fattore che ci ha svantaggiato, a mio avviso, è stato la mancanza di freddo in quota a 500 hpa, se ci fosse stato più freddo le precipitazioni avrebbero assunto anche carattere di rovescio che sarebbero state utili ad uniformare la colonna d'aria e a disintegrare lo strato di aria calda a quote superiori tanto da far nevicare un po' più a sud di latitudine di quello che invece è successo e a far nevicare prima e meglio nelle zone della media Tuscia viterbese.

Re: Diario di una missione +Considerazioni sulla neve del 13

MessaggioInviato: martedì 16 febbraio 2021, 2:43
da Olim
Grazie Andrea!!
Concordo anche con l'ultimo fattore da te citato. Sicuramente ha avuto il suo peso specie per le quote più alte nel non favorire la trasformazione della pioggia in neve in tarda nottata.

Re: Diario di una missione +Considerazioni sulla neve del 13

MessaggioInviato: venerdì 26 febbraio 2021, 12:38
da Ghiaccio96
Leggo solo ora, vi dico brevemente la mia: la questione la faccio molto più semplice. Avete avuto la prova che la massa d'aria che viaggia nei bassi strati, quindi ad una quota di 300 metri in questo caso, mediamente, non riesce a fare stau. Ha urtato contro i cimini e niente, se ne è rimasta li, depositata nelle piane, risalendo solo un pezzo che è la linea bianca da te disegnata. Un po' come l'onda sulla spiaggia: sale un pezzo finchè ce la fa, poi torna indietro, in mare. Io immagino una cosa del genere. La colonna d'aria fredda non era confinata solo nei primi 50 metri da terra, sarà stata spessa anche 1000-1200 metri (dato che ad 850 era già visibile), però evidentemente a guidare la massa d'aria era principalmente l'orografia nei primi 200-300 metri (immaginate la massa d'aria che sale verso canepina come fosse l'onda del mare che sale sulla riva. Canepina sta sui 500 metri giusto? Io immagino quest'aria arrivata dalle piane a nordest che risale un pezzo, fino a canepina, e non riesce poi ad andare oltre, ha risalito dunque quei 200-300 metri e la parte superiore dello strato ha seguito il comportamento della massa d'aria sottostante.

Come ha ben osservato andrea, è già successo in questo strano inverno, il primo episodio di gelicidio in faggeta vi era stato a gennaio quando anche a villa pioveva con 3 gradi e in quota avevamo l'africana. In quel caso, le cose andarono meglio da questo punto di vista: infatti il freddo nei bassi strati penetrò con decisione appunto fino al sud provincia. Li il problema fu che quello strato altro che mille metri, sarà stato spesso 500 metri! Quindi non abbastanza da riportare la pioggia delle medie quote a neve, infatti ad 850 hpa era totalmente invisibile e ha spiazzato anche noi e le nostre previsioni. Io per lo meno il giorno dopo non mi aspettavo di vedere pioggia con 2-3 gradi e gelicidio a montefiascone e cimino.


E ripensandoci, ho capito anche di aver interpretato male GFS... Se ricordate, dicevo che GFS ad 850 vedeva un effetto favonico fuori scala e del tutto impossibile perchè li l'unico effetto favonico a quella quota poteva essere quello amiatino sulle zone tra viterbese e grossetano. In realtà GFS vedeva un forte contrasto termico ad 850 tra orvieto e tarquinia non perchè tra le due località vi fosse una barriera di 1500 metri, ma perchè il gelo ad 850 era guidato da quello nei primi 300 metri da terra. Infatti ricordo anche che dissi, pensando che quello visto da GFS fosse un effetto favonico, che sarebbe stata una carta più consona dei 950 hpa. In effetti, la 850 rispecchiava perfettamente la 950. Non era un effetto favonico però, semplicemente la colonna d'aria sopra una certa quota seguiva quello che accadeva nei bassi strati. Ne stau ne favonio, solo una massa d'aria nei bassi strati che dilagava per inerzia, frenata sempre più dall'attrito con l'orografia. I cimini sono stati un ostacolo insuperabile per una massa d'aria già stanca. Letteralmente stanca, come una persona che va a correre e dopo un po' perde tutte le sue energie ed è costretta a fermarsi.

Stavolta è andata così, però appunto a gennaio abbiamo visto che il gelo nei bassi strati può superare i cimini... Dipende!! Da situazione a situazione, stavolta la massa d'aria appunto era arrivata già "stanca", troppo stanca, troppo rallentata. Vi ricordo ancora infatti che andava avanti senza una vera spinta dinamica ad opera della circolazione generale. La vera ondata di freddo è arrivata poi la sera.

Da questo inverno quantomeno sento di aver imparato qualcosa in più!! Sapete bene che io sono dell'idea che comunque il mondo funziona tramite regole generali che possono permettere di andare oltre l'esperienza, però queste regole non le conosco tutte! Ora che ho notato questa cosa e gli ho dato una spiegazione (aria nei bassi strati che non riesce a fare stau per via di un numero di Froude decisamente minore di 1 e con movimento dello strato guidato dai primi 300 metri di spessore), so come interpretare un modello la prossima volta che vedo un flusso continentale a terra viaggiare in zone dove non dovrebbe andare!

Un'ultima cosa non ho provato a spiegare, perchè i 1000 metri di aria pellicolare sono stati guidati dai primi 300. Perchè chiaramente è al suolo che si trova la gran parte della massa dell'aria, essendo quell'aria pesante che si deposita a terra. Gli strati sotto sono quelli che hanno guidato tutta la colonna...

Ora che ho detto che avete la prova che la massa d'aria che viaggia a 300 metri sul livello del mare non riesce a fare stau, sarò sommerso da una valanga di critiche :mrgreen: ma chiaramente quanto ho detto non viola la possibilità che vi sia stau sui nostri monti, perchè a fare stau di solito è l'aria che viaggia a quote un po' più elevate, quella che viaggia nei bassi strati difficilmente riesce a scavalcare una montagna, questo lo dice sempre il numero di Froude (U/NH con U vento medio, N circa 0.01 e H differenza di altezza tra l'ostacolo da superare e quota a cui viaggia il flusso d'aria).

Quella di sabato mattina io la definirei l'irruzione finta, dato che è da freddo finto. E ci starebbe pure bene come soprannome, perchè di fatto nella circolazione atmosferica sabato mattina non avevamo nessuna irruzione d'aria fredda, che era già stata ritrattata, come sempre mai na gioia