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osservazione empirica interessante che faccio anche io con Roma rispetto alle ore di riscaldamento che teniamo acceso. L'anno in assoluto in cui ho acceso meno è stato il 2015-16 (2 giorni di accensione in tutto l'inverno). Lo so sembra folle ma casa mia ha delle peculiarità che fanno che sì che in inverno si accenda poco. E poi noi non siamo freddolosi e a 19° stiamo benissimo. In ogni caso quest'anno ho acceso invece abbastanza a Gennaio (almeno 3 ore quasi tutti i giorni), poco a Dicembre (massimo due tre volte) e nulla dico nulla dal 2 Febbraio ad oggi (neanche un minuto di accensione).
Nel 2016 17 ricordo Gennaio con almeno 4 ore di accensione al giorno per tutti i giorni. E lo stesso lo scorso Febbraio fino almeno al 5-6 Marzo, mentre a Gennaio non accesi neanche mezza giornata.

Albertone ha scritto:Allora, volevo ritornare alle differenze tra inverno e inverno.
Di fatto, ci sono i numeri che ci danno le differenze. E quelli, sono scienza, sono insindacabili.
Però, io ho anche un altro metodo infallibile per determinare le differenze tra inverni. O sarebbe meglio dire, tra semestri freddi... mi spiego meglio: io, a casa, per il riscaldamento utilizzo una termocaldaia completamente funzionante a legna. E la legna, la sistemo all'interno di un locale ovviamente dalla capienza sempre uguale, pertanto riempio la legnaia sempre con la stessa quantità di legna. Ebbene, questo da quando ho la termocaldaia (cioè, dal 2008!), è il semestre freddo in cui ho consumato meno legna... e non perchè a casa siamo diventati più calorosi.
Lo so che questo metodo di valutazione è sicuramente bucolico e poco scientifico... però, credetemi, il consumo di legna è lo specchio della situazione climatologica!

invece la mia situazione è completamente differente , è stato l'anno con più consumo di legna (termocamino) persino più del 2012, concentrato il consumo quasi tutto tra dicembre e gennaio.. per febbraio anche con mezzo ciocco ci scaldavo casa per ore

Prima di portare questa discussione in archivio volevo esprimere qualche considerazione su questo inverno ormai pù che terminato ma lo farò domani.

Avete fatto un bel lavoro di riepilogo dell'inverno meteorologico 2018/2019, Alberto e Lorenzo! Alberto come al solito è stato dettagliatissimo e ha fatto un esaustivo commento della stagione ma anche i dati che Lorenzo che ormai sta mettendo sempre nei sui riepiloghi, sono molto interessanti per capire sino in fondo il microclima della macchieta ma anche per fare confronti con le altre zone dei monti cimini e non solo.

Ho notato un po' di fuori tema ma lascio correre stavolta, vi siete fatti prendere dall'entusiasmo della discussione e qualche volta ci puo' stare.

Riguardo alla mia valutazione personale sull'inverno trascorso io dò un 5e 1/2, un voto molto vicino alla sufficienza ma che non la raggiunge. A mio avviso è mancata una nevicatina in più (parlo del mio orticello viterbese-sammartinese ovviamente) per il resto un po' di freddo c'è stato, anche se l'inverno è finito leggermente sopra media, la pioggia e la variabilità/fenomenologia meteo si è avuta nonostante i 25 giorni di febbraio di mitezza e scarsità di precipitazioni e quindi non considero questo inverno proprio accio. L'inverno si è sentito bene sopra i 700/800 m, sui cimini insomma, dove neve, gelate, freddo e burrasche di vento non sono di certo mancate.

Burian ha scritto:Avete fatto un bel lavoro di riepilogo dell'inverno meteorologico 2018/2019, Alberto e Lorenzo! Alberto come al solito è stato dettagliatissimo e ha fatto un esaustivo commento della stagione ma anche i dati che Lorenzo che ormai sta mettendo sempre nei sui riepiloghi, sono molto interessanti per capire sino in fondo il microclima della macchieta ma anche per fare confronti con le altre zone dei monti cimini e non solo.

Grazie, Andrea!