Vi riporto questo articolo di natura climatologica scritto da Francesco del Francia, alias delfry del forum. Buona lettura!
I misteri della neve Aquesiana!
I tanti anni di passione per i fenomeni atmosferici e per i microclimi dell’alta Tuscia ed i pochi ma intensi anni di weather forecasting cominciano pian piano a lasciare i suoi frutti.
Evento dopo evento, mappa dopo mappa si comincia a delineare il chiaro profilo climatico che avvolge il nostro paese durante l’inverno ed in particolare durante l’eventuale rischio neve.
Ciò che si evince di primo acchito è che Acquapendente gode di un microclima variegato e oserei dire complesso per quanto concerne l’interezza dei quattro cicli stagionali.
Senza dilungarmi troppo nell’analizzare in maniera particolareggiata le caratteristiche e peculiarità delle varie stagioni, cercherò di andare subito al sodo, muovendomi verso l’evento invernale che più affascina grandi e piccini.
La neve è essenzialmente un fenomeno delicato, spesso troppo elitario e locale.
Numerose variabili interferiscono vicendevolmente affinché si possa veder scendere “ la dama bianca” dal cielo, ancor più numerose variabili entrano in gioco quando si parla di accumuli al suolo, stiamo parlando quindi di un fenomeno estremamente complesso.
(. . Complex economy, butterfly effect sono strettamente legate tra loro . . .eh ehemm scusate la digressione. . .)
Una stupidaggine su cui però poche persone si soffermano è proprio questa, apparentemente sembrerebbe più semplice fare previsioni per un singolo e piccolo paese piuttosto che, ad esempio, per tre regioni limitrofe. . . .Non è assolutamente così!
Un conto è dire “possibilità di rovesci nevosi sul lazio centro-settentrionale con probabili accumuli tra 5 e 10 cm” un conto è dire “possibilità di rovesci nevosi su Proceno con accumuli tra 5 e 10 cm”. . . Sicuramente con la prima previsione si rischieranno minori figuracce, in caso la proiezione risulti errata o parzialmente errata.
Appurato che le previsioni puntuali sono “più difficili” di quelle regionali possiamo proseguire con il discorso, andando ad elencare le condizioni essenziali e snellite che favoriscono la nevicata:
1) Penetrazione soddisfacente del freddo alle varie quote,
2) Precipitazioni moderate (eventuali rovesci) e possibilmente continue,
3) Basso tasso di umidità relativa,
4) Ventilazione adeguata al suolo,
5) Posizione territoriale favorevole alla configurazione,
6) Altitudine.
Partiamo con le note positive, sicuramente il primo punto gioca a nostro favore, avendo una buona latitudine rispetto ad esempio ai molteplici altri comuni del Lazio, solitamente le isoterme in quota risultano consone per noi.
Ad ulteriore supporto si potrebbe aggiungere la buona attitudine della nostra vallata ad accumulare freddo nei bassi strati, in particolare durante le inversioni termiche.
Anche per quanto concerne il quarto punto non possiamo lamentarci, la ventilazione al suolo solitamente non tende a sfavorirci, abbiamo una posizione interna, abbastanza lontana dai richiami caldi che ad esempio un minimo corso-tirrenico potrebbe esercitare con vigore nei settori più occidentali.
Bene, le note positive sono già finite. . .
Il punto due unito al punto cinque ci riporta velocemente con i piedi per terra, siamo veramente troppo interni ed arroccati, la nuvolosità carica e quindi le precipitazioni, che intorno ad una bassa pressione (per esempio tirrenica) girano in senso antiorario, il più delle volte faticano ad arrivare sin quassù ancora cariche e pimpanti.
Più in generale la nostra morfologia territoriale sfavorisce (di un po’ ) le precipitazioni, visto che Acquapendente risulta riparata in ogni direzione da sistemi collinari e montuosi.
Non bisogna dimenticare, d’altro canto, che risiediamo proprio appena dietro ad una delle provincie italiane con minori accumuli pluviometrici annui, il grossetano.
Servono posizioni dei minimi depressionari ben precise per favorire queste zone ( vedasi la stupenda nevicata nostra e della Val d’Orcia del Marzo 2010), le configurazioni più semplici e più ordinarie diciamo tendono generalmente a premiare altri lidi, anche non troppo distanti da noi.
Per quanto concerne l’intensità precipitativa è giusto rimarcare quanto rovesci e temporali influenzino in maniera sostanziale la buona riuscita di una nevicata, in quanto abbassano violentemente lo zero termico e inducono alla creazione di un veloce strato nevoso al suolo(strato di supporto) che favorisce il successivo incremento della neve anche con temperature sopra lo zero.
Punto tre, credo che trovare un basso tasso d’umidità ad Acquapendente sia come trovare un ago in un pagliaio, ci troviamo in una vallata e per di più ricca di corsi d’acqua che mantengono il nostro microclima decisamente “unico”, nel senso negativo del termine.
Anche per quanto concerne l’altitudine non siamo di certo il top della gamma, la stazione ubicata alla “fornace” risiede ad una altimetria di 340 m, mentre il nostro simbolo, la torre del Barbarossa, in pineta, dovrebbe avere una altimetria vicina ai 410 m.
Dopo questa carrellata di considerazioni risulta chiaro perché, con condizioni climatiche al limite, si veda sovente nevicare con accumulo in svariati paesi limitrofi, mentre ad Acquapendente la neve attecchisce con molta molta più fatica.
Poche decine di metri in più di altitudine, alcuni km più ad ovest o a sud-ovest, microclimi meno umidi e più congeniali, morfologia . . . Piccole cose . . .Spesso fanno la differenza.
Ecco quindi che San Lorenzo, Grotte di castro, Valentano, Gradoli, Castel Giorgio, Proceno, Trevinano, Torre Alfina, Onano, Montefiascone ( ecc. . ) chi per un motivo, chi per un altro, chi per una sommatoria di quest’ultimi, risultano quasi sempre maggiormente nevosi di noi.
Conoscere i microclimi, la morfologia e il territorio è veramente una cosa di cui il weather forecaster non può prescindere.
. . .Non voglio buttare giù di morale ne me stesso (da buon amante della neve) ne i miei concittadini nivofili, diciamo solo che un buon accumulo nevoso nel nostro amato paese risulta leggermente più complicato, specie quando abbiamo a che fare con aria artica e minimo corso-tirrenico. . . .In questo caso serve una discreta dose di fortuna!
Non disperiamoci, questa è solo una delle varie configurazioni (sempre differenti anno dopo anno) che ogni inverno si ripropongono. La Natura saprà accontentare le esigenze di ognuno di noi, basterà solo dargli tempo e fiducia.
Francesco Del Francia