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Il GW come fonte di predicibilità stagionale

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Il GW come fonte di predicibilità stagionale

Messaggio da Ghiaccio96 » sabato 29 gennaio 2022, 14:38

Ho aperto una discussione analoga sull'attività solare in sezione climatologia, apro questa sulla sezione meteorologia perchè almeno non passa inosservata, poi potrete spostarla di la.
Anche l'aumento dei gas serra ha un impatto, oltre che sull'anomalia globale di temperatura di per se, anche sulla variabilità climatica locale come è presumibile che sia. C'è ancora pochissima letteratura al riguardo ma intanto voglio fare alcune riflessioni, ispirate anche dal nostro delfry che ha fatto delle giuste critiche a chi si cimenta a fare tendenze stagionali da letteratura.

Proprio perchè chi fa questo tipo di previsioni si basa sulla ricerca fatta nel settore, non tiene conto naturalmente dell'impatto del GW sulla modifica al clima a livello locale. Ma in realtà non ne tiene conto affatto!! Primo grave errore

Infatti la presenza di anomalie emisferiche tendenzialmente positive ci permette di fare dei primi ragionamenti OVVI, cioè cose indiscutibili. D'altra parte sempre da li bisogna partire no? Prima di parlare delle cose più complicate... Parliamo prima di ciò che c'è di più sicuro.

Sappiamo che non si registra un anno con temperatura media globale sotto la media da oltre 40 anni, e che il trend è in salita. Questo prima di tutto vuol dire che potremo OVVIAMENTE aspettarci che anche i futuri anni siano più caldi della norma. Questo numero ci dice che se facciamo la temperatura media su tutto il globo ogni giorni dell'anno, e facciamo la media su tutti i giorni dell'anno, otteniamo un'anomalia positiva.

Ma questo vuol dire che durante il corso dell'anno nel globo prevarranno i giorni con temperatura media globale in anomalia positiva.
E questo a sua volta vuol dire che nella gran parte dei giorni dell'anno vi sono più zone dell'emisfero dove fa caldo, e poche isole felici dove fa freddo.
Ma si può scendere molto più nel dettaglio, perchè tale trend riguarda l'Italia stessa, da alcuni decenni la temperatura media nazionale annua è sopra la norma, quindi vuol dire che in italia fa caldo per la maggior parte dei giorni dell'anno. Questo è un dato di fatto!! Se chi si cimenta nel fare una tendenza a 6-9 mesi non tiene conto di ciò, cade in errore!! è vero, è una pura considerazione di logica, non tengo conto per niente dell'evoluzione atmosferica. Ma ripeto, se non si tiene conto dell'ovvio non s va da nessuna parte! è ovvio che su una tendenza a 9 mesi, non può venir fuori una proiezione stagionale votata ad anomalie negative. Ma neanche a 6 mesi, perchè se ipotizziamo una prima metà di anno più fredda, la seconda parte dell'anno dovrebbe essere tutta più calda della norma e sarebbe comunque una situazione di parità.
In questo stato, una stagionale a 6 mesi in italia deve tendenzialmente essere proiettata ad avere anomalie positive di temperatura. Su 3 mesi già si può discutere, seppur rimane utopico, ma quantomeno non è impossibile immaginare una tendenza trimestrale fredda e gli altri 9 mesi dell'anno più caldi tali da far chiudere il bilancio in positivo.

Questo vuol dire che se a fine settembre si fa una tendenza stagionale per i mesi di O-N-D-G-F-M, più di 3 di questi mesi dovranno chiudere in anomalia termica positiva. Vuol dire che c'è più di una probabilità su due, più del 50%, che ognuno dei 3 mesi invernali chiuda sopra la media, vuol dire che avere una anomalia positiva è la cosa più probabile!!!

Ma allora se un mese invernale deve chiudere in anomalia positiva, questo vuol dire che nel nostro inverno è concesso avere freddo SOLO OCCASIONALE. SOLO, SOLO occasionale, in generale contesto sopra la media. Chiunque vi parli di inverno mediamente freddo si prende in giro da solo e vi prende in giro.

Abbiamo dedotto una marea di informazioni su una stagionale da ragionamenti semplici ma ovvi.

C'è naturalmente poi tutto il discorso che si può fare sulla variabilità e su come naturalmente, quanto detto sopra si traduce nella variabilità meteorologica dell'inverno. Ne abbiamo viste di tutti i colori negli ultimi anni, africanate pazzesche come l'ultima vi erano già state a febbraio scorso ma anche a dicembre di qualche anno fa, altra occasione in cui si era sperato nel 20ello dicembrino. Tendenzialmente però vediamo molto anticiclone delle azzorre nel nostro inverno, a tenere alto il regime di anomalia termica positiva. Eventuali resposabilità del riscaldamento globale sono sotto osservazione, ma anche qui ci sono alcuni ragionamenti che si possono fare, abbastanza semplici.

Abbiamo una stratosfera tendenzialmente più fredda, ogni inverno ci da problemi di condizionamento del vortice polare con impatto diretto sulla NAO. IL cambiamento nella NAO ci dice proprio che l'anticiclone delle azzorre è più presente nel nostro inverno. Allora uno cerca di capire perchè il vortice polare stratosferico è tendenzialmente più freddo.

1) solitamente la stratosfera si raffredda quando la troposfera si scalda, per pura questione di equilibri radiativi. Tale risposta della stratosfera al GW è assolutamente lineare, quindi immediata e CERTA.
2) La temperatura della stratosfera ha una sua condizione di base che la vorrebbe in equilibrio radiativo, ma poi a questo bisogna sommare il contributo proveniente dal calore rilasciato dalla rottura delle onde planetarie troposferiche. Anche qui tutto ben noto. I flussi di calore verso la stratosfera sono meno insistenti, quindi c'è un meno scontato problema prima ancora nella circolazione troposferica.
3) In ogni caso, avere un equilibrio radiativo della stratosfera improntato ad avere temperature più basse rispetto al passato facilità gli stratcooling, non appena i flussi di calore dalla troposfera cessano.

Queste sono le certezze. Che ne faccia uso chi si cimenta a fare tendenze lunghissimo termine per oggettività e non accecato dalla voglia di vedere almeno 4 fiocchi in croce
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Re: Il GW come fonte di predicibilità stagionale

Messaggio da Olim » domenica 30 gennaio 2022, 2:12

Grazie Claudio, ragionamenti interessanti che in buona parte condivido.
E' evidente che immaginare un intero trimestre sottomedia nelle condizioni attuali è davvero utopico se non assurdo. Può però ben esserci un mese, venti giorni o persino un mese e mezzo sottomedia e con una certa dinamicità e questa manca sull'Italia e in particolare sull'Italie tirrenica e il centro-nord ormai da veramente troppo troppo tempo. Possiamo dire che dal 2013 è successo qualcosa. Direi che nel contesto di massima da te analizzato tuttavia dal 2013 si sono innestate delle costanti che, ai miei occhi (occhi di un profano ovviamente su una materia così complessa e ancora per molti versi non decifrata) risultano dovute a circostanze parallele al riscaldamento globale. O forse, chissà, indirettamente legate a questo! E' qui che sta il punto interrogativo?
Una parte del tuo messaggio lascia intendere, e sono in molti a pensarlo, che l'assenza di un'alta Atlantica strutturata (condizione per avere da noi un inverno decoroso) sia dovuto indirettamente al gw per il raffreddamento della stratosfera e dunque un vortice polare iperattivo (l'ho detta in modo molto semplificato).
Eppure non si può dire che nel periodo 2001-2013 non fossimo in pienissimo riscaldamento globale.
Tuttavia in quei 13 anni, ad eccezione del 2006-2007 e 2007-2008 abbiamo vissuto inverni infinitamente più dinamici sul comparto italico, specie tirreno-nord, di quanto non siano stati gli inverni dopo i 2013.
Molto più frequentemente, in quegli anni, si venivano a creare blocchi atlantici magari anche temporanei e non coriacei alla 2005, ma sufficienti per portare a scambi meridiani in direzione del mediterraneo centrale e non sempre delle solite Grecia e Turchia.
E' possibile che un cambiamento così chiaro di destinazione degli scambi meridiani meggioritari sia avvenuto in correlazione con il riscaldamento globale? Io credo che possa esserci dell'altro, qualcosa di ciclico che probabilmente così come è arrivato, passerà!

Ovviamente a questo secondo aspetto ciclico che non nega affatto l'impatto del gw sia chiaro, ma semmai lo arricchisce, si lega un terzo fattore che si chiamo fattore F (fortuna) o C a seconda di quanto vogliamo essere volgari.
Il fattore C :) ha giocato un pochino il suo ruolo se pensiamo che la meteorologia è fatta anche di episodi. Nei mesi (pochi ovviamente) in cui la dinamicità meridiana c'è stata, qualcosa per le zone tirreniche oppure specificatamente per le nostre, è sempre andato storto: penso al Gennaio 2019, allo stesso Gennaio 2021 (i 50cm di neve a Madrid, la neve di Spoleto e dell'Umbria) allo stesso 9 gennaio 2022 che poteva andare un po' diversamente e alla seconda ondata del Gennaio 2017 che ci ha sfiorati davvero in modo incredibile ai fini della neve. Al Febbraio 2015 dove poteva andare diversamente per queste microlande. Insomma in un periodo desolante per tutti, un po' di fattore C ha giocato a nostro sfavore e ci ha dato la percezione che da queste parti l'inverno e la neve siano qualcosa di relegato ormai al passato.
Lorenzo Dorato, alias Olim
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Re: Il GW come fonte di predicibilità stagionale

Messaggio da Ghiaccio96 » domenica 30 gennaio 2022, 14:52

Sicuramente sui singoli episodi non ha dato il meglio, ma la sfiga è un qualcosa di intrinsecamente randomico no? è il caso, quella cosa che non puoi controllare. Ma per sua natura quella è sempre stata costante, adesso come nel passato, solo che una volta ne sentivi meno gli effetti perchè adesso se ti fa un unico episodio in tutto l'inverno e ti dice pure sfiga, ti sei giocato la stagione, mentre una volta avevi tante occasioni e se non tutte andavano bene alla fine portavi a casa un bel bottino comunque. Il fattore C è diventato determinante adesso che le possibilità di base sono già scarse, ed è questo il vero problema.

Il problema continua ad essere che l'inverno è fatto di isolati episodi. Ad esempio è innegabile che già la stagione 11/12 abbia segnato un'importante gradino verso uno sviluppo degli inverni verso questa nuova situazione, i 20 giorni di febbraio sono stato solo un episodio con molta fortuna in mezzo a un mare di nulla. Sottolineo questo per non perdere l'oggettività della discussione. Guardiamo chiaramente alle occasioni, quante ce ne sono state perchè questo è quello che conta prima di tutto, al di la del fatto che siano andate bene o male e ci facciano apparire la neve come una cosa remota.

Naturalmente importante è la circostanza parallela legata al riscaldamento globale, come hai ben intuito dal mio messaggio. A prescindere dal meccanismo, il cui indiziato speciale è la stratosfera, Ovviamente le anomalie positive non sono uguali su tutte le zone. L'europa è quella che soffre di più, che maggiormente contribuisce al bilancio positivo di temperatura del nord emisfero. Con maggior ragione per questo, mi sento assolutamente in condizione di dire che stiamo ben oltre il 50% di probabilità di avere giornate più calde della norma.

Se fa freddo infatti non arriva distribuito, ma concentrato in intensi episodi ma ancora più brevi. Con maggior ragione dunque, quando uno fa una tendenza stagionale adesso, deve aspettarsi l'incancrenirsi di un pattern di caldo anomalo da qualche parte durante il periodo dicembre-marzo.

Negli anni 2mila c'è stata della dinamicità ben testimoniata dal graduale calo della NAO dopo il picco massimo di fine anni 80. Si è trattato però di inverni con blocco atlantico con difficile condizione di rottura dell'onda e isolamento di forti anticicloni dinamici alle alte latitudini, come nel 2005 quando il massimo di pressione è fondamentalmente rimasto li, senza completare lo scambio meridiano col distacco di un lobo del vortice polare in discesa sull'europa (gennaio 1985). Questa è la fondamentale differenza degli anni 2mila con gli anni 80. Avevamo colate artiche nel 2005 ma senza mai il completamento della dinamica che avrebbe potuto portare nevicate diffuse su tutta Italia. Di conseguenza gli episodi degli anni 2mila sono stati decisamente più dolci di quelli degli anni 80, con comunque zone pianeggianti d'italia con scarsità di neve e quantitativi bassi anche in collina, in sostanza si confermava un primo passo verso questa nuova tendenza climatica delle masse del vortice polare a rimanere unite, con scarsa intrusività del blocco atlantico sulla zona polare. Adesso siamo arrivati ad una situazione in cui il blocco atlantico non riesce a portarsi oltre i 60 gradi nord, come testimonia lo scorso inverno in cui il flusso atlantico è stato di conseguenza dominante. L'anno scorso abbiamo avuto un tracollo della NAO, ma appunto scarsa intrusività delle onde sulla zona polare e l'indice mediamente si è tenuto neutro.
Su questi aspetti ci sono sicuramente dei feedback climatici. L'indiziato speciale è il riscaldamento globale, anche se altre cause sono possibili (attività solare)
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Re: Il GW come fonte di predicibilità stagionale

Messaggio da Olim » lunedì 31 gennaio 2022, 0:46

D'accordo su tutto. Solo un piccolo appunto sul fattore C. E' vero che è una costante e che tende a distribuirsi di qua e di là nel corso degli anni, ma è anche vero che su parametri come la nevosità di un luogo che è legata, specie per i versanti tirrenici, al verificarsi di configurazioni molto specifiche, il fattore C può spiegarti 4-5 senza neve e un particolare accanimento contro una certa zona, magari poi compensati dai 4-5 successivi oppure compensati 10 anni dopo. Insomma l'assorbimento e annullamento del fattore C avviene su una scala molto lunga. Io credo che un po' di sfortuna nelle ultime 4 annate ci sia stata rispetto alla neve. Il che nulla toglie a tutti gli altri ragionamenti che sono l'aspetto fondamentale del discorso.
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Re: Il GW come fonte di predicibilità stagionale

Messaggio da Ghiaccio96 » martedì 1 febbraio 2022, 17:37

Sicuramente se devi andare a fare una statistica sulla fortuna, ti serve un campione di eventi abbastanza lungo, ma se gli eventi stessi scarseggiano... è normale che con pochi eventi uno non trova una perfetta equidistribuzione di eventi meteorologicamente sfigati e fortunati, con pochi episodi una delle due situazioni prevarrà sull'altra.

Per fare un discorso concreto dovremmo metterci d'accordo su cosa sia la sfiga, comunque diciamo che prima o poi arriverà l'evento a sorpresa, positivo. In effetti, potremmo dire che le nevicatelle dell'alto romano di inizio gennaio sono state fortunate, una minuscola depressioncina che poteva entrare in qualsiasi parte d'italia e di traiettoria incerta di 100 km fino all'arrivo dell'evento stesso.
Poi si, ovviamente il problema è che stiamo sempre a contare i singoli eventi invernali su 10 anni, invece che contarne molteplici ogni inverno
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