Di Riccardo Felli
Perchè due località distanti meno di 5Km possono avere temperature molto diverse, nell’ordine di 6-8°C?
Questo articolo prova a spiegare in modo semplice ed esaustivo il fenomeno del gradiente termico positivo, chiamato più comunemente “inversione termica”, caratterizzante numerosi microclimi italiani.
E’ accezione comune, nonchè intuitivo, il fatto che la temperatura diminuisca all’aumentare dell’altitudine, seguendo una classica legge fisica legata alla salita verso l’alto dei fluidi e gas caldi.
Occorre tener presente infatti che l’atmosfera non si riscalda particolarmente per la presenza della radiazione solare, ma soprattutto per il calore che la superficie terrestre è in grado di irradiare. Si genera quindi il fenomeno della convezione: l’aria che si trova negli strati immediatamente più bassi dell’atmosfera si riscalda per questo calore irradiato e, più calda e leggera, tende a salire verso l’alto.
Nel salire di quota questa massa d’aria sarà via via sottoposta ad una pressione atmosferica minore (ricordiamo che la pressione atmosferica è causata proprio dal peso dell’aria che si trova sulla nostra verticale) ed ha modo di espandersi adiabaticamente e quindi di raffreddarsi, generando un gradiente termico negativo (all’aumentare di quota diminuisce la temperatura).
Precisiamo che con l’espressione “gradiente termico” si indica il tasso di diminuzione della temperatura riferito ad un certo tratto di altezza; in condizioni normali esso si attesta intorno ai 0.6/0.8°C ogni 100 metri.
Ad esempio: Se in una località posta a 300 metri di altitudine si registra una temperatura di +15.6°C, è lecito aspettarsi (ribadiamo: in condizioni normali) che a 400 metri si registrino +14.8/+15.0°C, mentre a 500 metri ci dobbiamo aspettare circa +14.0/+14.2°C.
Questa regola subisce non poche variazioni: ....
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