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29 maggio 2020, una previsione difficile

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29 maggio 2020, una previsione difficile

Messaggio da Ghiaccio96 » sabato 30 maggio 2020, 14:34

Su quanto accaduto ieri delle spiegazioni comuni non bastano, mi sono infatti sorti diversi dubbi tra loro contrastanti. Dopo un'oretta di ragionamenti vari sono giunto alle seguenti conclusioni su quale sia stata la dinamica del peggioramento, secondo me didatticissimo e davvero strano. Ovviamente, sui miei passaggi logici accetto obiezioni, col fine di arrivare ad una soluzione di accordo comune che dunque si spera sia quella esatta.

Le attese: avevo guardato ETA (e altri modelli su base ECM sono sempre identici) e davano chiaramente un blando fronte in estensione dal sud della francia, ad arco, passando per il centro italia e che si ricollegava al minimo sul nord-est, questo la mattina. Sul lazio indicavano possibili rovesci in un contesto tipico variabile prefrontale, con venti occidentali. Per questo avevo indicato come probabile la mattina dei rovesci sul romano interno dove di solito cumuleggia a bomba con venti da ovest, è un fenomeno che da tor vergata osservo sempre.
Per il pomeriggio davano forte recrudescenza dei fenomeni tra viterbese e grossetano, ternano e romano interno, secondo una linea netta divisoria che faceva pensare ad un fronte temporalesco in discesa da nord, con fenomeni distribuiti ovviamente a macchia di leopardo all'interno della linea e romano centro-ovest saltato, come al solito con il tipo di situazione prospettata.
Su facebook, avevo sentito umori ottimistici da parte di una pagina (di cui non cito il nome per rispetto) per le zone tra grossetano e viterbese dove si attendevano temporali e anche locali grandinate.
Avevo visto anche altri lam pubblicati su facebook ed erano tutte carte invece piuttosto scialbe, pensate che per almeno metà del territorio viterbese complessivamente non davano più di 2-3 mm, ma comunque non vedevano temporali da nessuna parte, qualche rovescio in più solo in mare.

Premetto che non mi sono fidato ciecamente delle ETA e sin da subito avevo puntato sul fatto che avrebbero toppato per svariate zone, come poi è stato. Allo stesso tempo mi hanno tratto in inganno. Fra poco dirò il perchè

Cosa è successo ieri... la giornata è iniziata col tappetone nuvoloso alle medio-alte quote, ma appena alzato vedo anche il cielo qua a villa che è un ribollire di congestoni e cumulonembi, intorno alle 9 e mezza. Dopo le 10 scoppia la cella, cadono anche dei fulmini, fuori dal mio comune, verso cura di vetralla, e un altro acquazzone lo vedo svilupparsi su Tolfa. Si alza la tramontana e nel giro di poco tempo tutti gli ammassi temporaleschi mi lasciano, migrando verso sud-est, coinvolgendo una buona fetta della bassa tuscia, poi alto romano dove si sono semi esaurite prima di riprendere vigore su roma e la loro marcia è continuata poi verso sud sui castelli e ciociaria nel pomeriggio.

Come si è potuta formare dell'instabilità così organizzata? All'inizio la mia risposta scontata, aria fredda in quota, dunque instabilizzazione della colonna e scoppio delle celle. Quindi ho dato per scontato che le termiche si fossero alzate per galleggiamento, ossia la colonna era instabile e le masse d'aria si sono sollevate, nonostante il CAPE fosse pari a 0 o quasi ,ovunque, e senza irraggiamento..... Direi, pensandoci bene, che è una spiegazione troppo forzata! Il semplice sollevamento di aria "calda" dal suolo, può succedere che si producano temporali anche con basso CAPE se in quota è piuttosto freddo, però ci sono da dire un paio di cose

1) quando partono le termiche per galleggiamento, cioè aria calda che sale a macchia di leopardo, l'instabilità non si organizza in una linea che avanza, ma nasce in tutto il territorio con colonna instabile contemporaneamente. Cioè, fosse stata la classica semplice convezione estiva, quando sono nate le celle sul viterbese sarebbero dovute nascere allo stesso tempo anche sul basso lazio in modo sparso
2)Ieri mattina il nucleo freddo alle alte quote stava ancora sul nord-est, non credo che la colonna fosse in una condizione di instabilità tale da consentire il sollevamento spontaneo delle termiche senza irraggiamento e senza CAPE.

Poi, dal sat, sotto al tappeto di nubi medio-alte, ieri sera mi hanno fatto notare questo:
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Qui un ingrandimento:
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Notate quella linea di cumuli in mare, evidentissima alle 18. Mi ha catturato l'attenzione perchè sulla campania centrale è successa la stessa cosa, sono partite delle celle nel tappeto di nubi alte, evidentemente connesse a quella linea
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Dall'animazione era più evidente il rigonfiamento di quelle celle sulla campania cerchiate in blu, tipico dei temporali.

Sembra più chiaro che le celle del mattino fossero dovute ad una sorta di scontro di masse d'aria, diciamo dovute al cambio di circolazione, la nuova aria che andava a scalzare via quella preesistente. Quindi sembra aver avuto ragione ETA sul fatto di una linea temporalesca, però avevo toppato su due cose:

1) le zone colpite
2) la tempistica

Avevo guardato la vorticità a 900 i giorni prima ma era veramente difficile capire cosa fosse orografico e cosa no. Avevo individuato una linea disomogenea scendere verso sud ma fermarsi alla media toscana ed espandersi verso la corsica e la francia meridionale. Dato che dal sat si vede una linea, questa si sarebbe dovuta vedere sulla carta della vorticità. Ma a sud della toscana ieri non veniva vista alcuna linea di vorticità, cosa che poteva indurre a pensare allora,che le celle del lazio e della campania fossero dovute ad instabilità, e non all'arrivo di un fronte freddo che segna il cambio di circolazione. Inoltre Dopo le celle di ieri, la tramontana è durata poco, segno che era solo frutto di una corrente temporalesca. Nel pomeriggio da me è tornato un debole sud-ovest. Altra cosa che poteva far pensare ad instabilità disorganizzata per aria fredda in quota.

Quindi cosa è successo ieri? le celle si sono sviluppate per il cambio di circolazione o per l'aria fredda sopraggiunta alle alte quote?
Riepilogando, gli elementi a favore della prima ipotesi sono
1) l'immagine da satellite dove si vede la linea
2) L'assenza di energia in gioco con profilo praticamente impossibilitato ad essere fortemente instabile (superadiabatico), cosa che esclude un sollevamento spontaneo delle termiche, a favore invece di un più probabile sollevamento forzato, meccanico (scontro di due masse d'aria)
Gli elementi a favore della seconda ipotesi sono
1) l'inesistenza, sulle carte della vorticità a 900, di un sollevamento meccanico forzato delle termiche che dunque escludono uno scontro di due masse d'aria.
2) Il fatto che a seguito del fronte, il cambio di vento non è avvenuto, quindi non sembra esservi stato un fronte di separazione tra due masse d'aria diverse.

è proprio su quest'ultimo punto però che c'è una sottigliezza che non può essere ignorata: infatti a seguito delle celle la temperatura è scesa eccome. Anche perchè era coperto e pioveva, vero, ma comunque la temperatura non era stabile, io ho segnato un calo quasi costante ieri pomeriggio! ero in minima intorno alle 3 e un quarto del pomeriggio. Segno del fatto che un cambio d'aria invece era in corso eccome. Perchè però non è stato accompagnato da venti di tramontana?

E qui si scopre l'errore previsionale mio e secondo me di tantissime persone. Infatti dalle carte a 850 combinate geopotenziale e temperatura si notano due cose:
1) che il clou del freddo a 850 coincide col minimo di gpt alla stessa quota
2) che il freddo non sarebbe arrivato con venti di tramontana, ma piuttosto inizialmente avremmo avuto ancora un libeccio che sarebbe poi gradualmente girato a tramontana nella tarda sera notte

In sostanza, il minimo arrivato ieri era barotropico, non baroclino. Quando una depressione è baroclina, il minimo nei bassi strati è connesso ad un fronte che divide l'aria calda alla sua destra da quella fredda alla sua sinistra. Guardando la carta ad 850, il clou del freddo arrivava col minimo, quindi il vortice era barotropico e nei vortici barotropici non esiste nessun fronte! nel caso di ieri, l'aria fredda sarebbe arrivata con la tramontana e un fronte temporalesco avrebbe fatto da spartiacque con l'aria preesistente. Mi ero fatto questa idea vedendo le ETA. Un'idea sbagliata, bastava guardare la carta combinata gpt e temp a 850 per accorgersi che il minimo era barotropico e che quindi il freddo sarebbe entrato gradualmente già la mattina con venti da ovest a quella quota.
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Questo spiega anche perchè la vorticità non mostrasse nulla a sud della toscana, la vorticità individua il classico fronte associato al vortice baroclino, il classico fronte che divide aria calda e fredda. Quindi la vorticità a 900 che avevo visto su alto tirreno, ligure e medio-alta toscana era quasi tutta orografica.
Sembrerebbe dunque che la teoria corretta sia quella del semplice galleggiamento per instabilizzazione della colonna.
A sfavore di questa teoria però c'erano i due elementi citati inizialmente, cioè assenza di irraggiamento ed energia e il fatto che la linea di instabilità si muovesse,quindi fosse organizzata a mo di fronte come suggeriva l'immagine da satellite. Abbiamo appena detto anche che quando è iniziata ad entrare l'aria fredda ad 850 sono scoppiate le celle, quindi quando è iniziato il cambio d'aria, come se ci fosse effettivamente un fronte. O è solo un caso?

In realtà un fronte, uno scontro di masse d'aria potrebbe esservi stato nonostante il vortice barotropico: infatti nei medio alti strati (soprattutto a 500) il minimo era abbastanza profondo e scendeva in fretta. Il vento effettivamente verificato non è solo quello che vediamo sulla carta, ma anche quello dovuto al fatto che i sistemi di alta e bassa pressione si muovono. Dunque ieri vi era il vento che ruotava attorno al minimo, più una parte di vento non trascurabile dovuta al fatto che il minimo scendeva verso sud. Quindi, complessivamente, la massa d'aria fredda oltre che ruotare attorno al minimo traslava verso sud. Questo movimento dell'aria fredda verso sud potrebbe aver prodotto la linea visibile da satellite. Un fronte di questo tipo non è visibile dalle carte della vorticità. In realtà, non c'è proprio modo di vederlo sulle carte! Serviva quindi un po' di intuito per capire che ieri mattina sarebbe partita una linea instabile diretta vero sud. A seguito di questo fronte nato dal rapido spostamento del minimo il vento non vira bruscamente con l'ingresso della nuova massa d'aria come succede nel classico fronte freddo, quindi si spiega il fatto che a seguito della linea instabile il vento sinottico non sia cambiato.

Nel moto medio dell'aria fredda dunque si poteva pensare ad un vento da nord dovuto alla traslazione del minimo. Questo vento è chiamato isallobarico. Con tale termine si intende un vento dovuto alla caduta di pressione nel tempo. Se immaginate di stare in un punto fisso e sta arrivando un vortice che non si sta approfondendo ne colmando, ma solo traslando e il minimo viene verso di voi, registrate un crollo della pressione. Il vento isallobarico ieri era di tramontana, il fronte di ieri era dovuto ad un effetto di traslazione di un vortice barotropico (quindi che di per se non ha un fronte associato). Tale linea infatti non era associata a nessun minimo di pressione, semplicemente si è sviluppata lungo una linea di avanzamento del vortice (e dunque dell'aria fredda, essendo il vortice barotropico) verso sud.

Vi piace questa spiegazione? Per quanto riguarda la nuvolosità stratiforme, a 700-500 hpa mi hanno detto che era tutto saturo, ma mi aspettavo i cieli coperti alti anche solo avendo visto la vorticità a 500 dove vi erano valori elevati attorno al minimo. Mi sono perso solo un dettaglio, infatti non avendo guardato l'umidità a 700 non ho visto che le nubi comunque erano anche alle quote medie, quindi anche da copertura alta vi è stata qualche pioggia più corposa di quella che mi aspettavo.
22 febbraio 2005+echoes (pink floyd)

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