Buondì a tutti, ecco qui il resoconto della mia emozionante escursione del 13 Febbraio tra le colline e montagne cimine con l'aggiunta di qualche considerazione sulle caratteristiche del piccolo evento nevoso di ieri.
Partenza da Roma h 5,15 dopo notte quasi insonne a controllare radar, rete, previsioni, segnalazioni di altri
Pioggia a tratti anche forte sulla Cassia, poi debole, poi di nuovo moderata fino a Fabrica di Roma. Pausa colazione a Fabrica di Roma. Ripartenza h 6,30.
Da sopra Fabrica salendo di quota già dai 350-70m la pioggia lasciava il posto alla neve. Neve che dai 400m in su riusciva poi ad attaccare per bene pochi km a nord del bivio per Carbognano. Lo stacco dell'accumulo è stato davvero millimetrico. Stupefacente (e capisco l'incavolatura/perplessità di Alberto) che a Caprarola Carbognano non sia riuscito ad attaccare visto che nella zona poco a nord da me percorsa era già tutto bianco attorno alle 6,45 del mattino. Vi mostro uno scatto da google maps. Dalla freccia bianca in su già alle 6,45/50 quando sono passato da quelle parti era bello imbiancato (diciamo che iniziava ad imbiancare bene e in modo omogeneo e veniva giù una forte nevicata).
Qui non credo sia solo un fatto di versanti intesa come effetti termici da stau o favonici, ma proprio una sfortuna latitudinale e longitudinale dovuta al lento addossamento del freddo. Certo i Cimini non hanno aiutato chi stava sotto lo stacco perché con aria pellicolare hanno comunque favorito un addossamento che ha rallentato se vogliamo la penetrazione del primo strato di aria fredda (quello alle quote basse) verso sud. Però c'è stato anche proprio un problema di tempistiche precipitazioni/penetrazione del freddo e potremmo dire che i Nord-nordest Cimini abbiano fatto da "ultimo baluardo" di quel mix che ha permesso nevicate con accumulo (piccole ovviamente ma con accumulo ben delineato).
Neve buona a Vallerano-Vignanello e poi Canepina e infine inerpicato tra i colli e i boschi che separano Canepina e Soriano sono finalmente arrivato alla mia campagna dove con grande gioia ho già trovato un cm abbondante al suolo con la neve che attecchiva ovunque. Temperatura di 0,1°. Aveva iniziato verosimilmente già attorno alle 6 quando malgrado la precipitazione (ben visibile dalla webcam) il pluviometro aveva smesso di accumulare.
La nevicata è continuata a fiocchi medi o piccoli (mai grandi) per almeno due ore in forma continua e fitta (fino alle 9,30) per poi rallentare e continuare a fiocchi piccoli ma molto fitti. L'accumulo finale si è attestato sui 3cm belli pieni (rimisurati più volte su superfici lignee esposte (tavolette che lascio sempre in giro per l'occasione in punti strategici mai affossati dall'erba, e su tronchi lisci da taglio esposti.
Alle 11 direi che è stato raggiunto il picco dell'accumulo e dell'imbiancamento del paesaggio. Poi piano piano dalle 11,30 complice un lievissimo aumento termico fino a 0,2° 0,3° è iniziato il lento (e poi sempre più veloce dopo le 12,30) scioglimento. In ogni caso il manto è durato anche più delle mia aspettative e fino alle 12 circa è rimasto intonso.
Alle 12 siamo partiti per i Cimini.
Situazione a dir poco surreale.
Salendo di quota infatti l'accumulo anziché aumentare diminuiva. Addirittura a 575m a circa 3km da casa mia direzione ovest e poi sud-ovest verso il bivio per la Faggeta sulla strada sorianese la neve era meno che a casa mia. Ma non è finita. A pian della Britta (m 660circa) stessa neve di casa mia (3cm). Al bivio per la Faggeta non più di 2cm a 720m con accumulo in decrescita. Lungo la strada per la Faggeta il primo tratto disastroso e al fontanile ed oltre fin verso gli 800m non più di 1,5/2cm ovvero meno accumulo di casa mia a 450m. La neve poi dagli 800m aumentava bene fino verso i 5cm (6cm nei tratti più abbondanti) della Faggeta. Prudenzialmente ripensando alle varie misurazioni segnerei proprio un accumulo di 5/6cm altezza piazzale. Ma non di più!! Inoltre alla base di quell'accumulo vi era evidente uno strato di ghiaccio dovuto al probabilissimo gelicidio avvenuto durante la notte almeno fino alle 5,30/6 del mattino.
Dalla Faggeta riprendo la strada verso Roma passando per i Cimini. Situazione a dir poco desolante. Accumuli decenti ancora fino al bivio per Canepina (trivio Soriano-canepina-Viterbo per intenderci) e ancora per 3-4cento metri. Poi il disastro assoluto. Dal bivio per Valle gelata qualcosa di incredibile. Neve a terra non più di 1cm. Manco a dire poi che aveva potuto sciogliere. Assolutamente no perché la temperatura era abbondantemente sotto lo zero. Non era proprio caduta neve lì. Valle gelata a tratti neve a tracce con prati verdi
Poi lievemente meglio salendo verso il passo montagna (sui 2-3cm). Circa 2,5cm al passo montagna e poi il disastro assoluto di nuovo e lì in modo definitivo. 1cm o poco più alla Riserva del Lago di Vico e poche curve sotto 0cm e solo tracce fino a Caprarola SAn Rocco. Da poco sotto (dai 680m) nemmeno una traccia di neve come se non fosse mai nevicato (e in effetti c'è stata solo neve coreografica senza attecchimento). Zero zero per tutto il prosieguo dei Cimini verso sud.
Cosa spiega questo fenomeno così bizzarro che si è verificato non solo sul versante sud anche sul punto di intersezione dei versanti e persino in buona parte sul mio versante a pendio est-ne??? Cosa spiega che a Macchieta e Vignanello abbia nevicato di più che sui Cimini sullo STESSO versante??
A mio avviso il motivo NON è stato legato ad una diversa distribuzione delle precipitazioni. Il radar è sempre stato piuttosto omogeneo da quando è tornato visibile (nella notte c'erano stati dei problemi) ma ad un particolarissimo mix di aria ai diversi strati che ha favorito solo e soltanto le aree più ridossate di versante e più "esterne" alla cintura dei nord e nord-est cimini. Lì la colonna del freddo sia in quota che al suolo si è formata meglio e prima mentre sulle zone montuose interne è prevalso il richiamo caldo. Insomma quell'assurda linea di confine tra massa fredda e richiamo caldo che i Lam vedevano perfettamente ha stazionato insistentemente proprio sulla testa dei Cimini per motivi che non possono essere solo latitudinali o longitudinali ma anche orografici. In questa strenua lotta le aree più esterne ridossate a nord e a est hanno dato il massimo risucchiando tutto il freddo possibile sia al suolo sia a 850hpa mentre per i monti alle spalle brutti scherzi del destino non permettevano che nevicasse nemmeno a 700-800m di quota.
Ovviamente questo discorso diventa più semplice e comprensibile per il versante schiettamente meridionale dei Cimini dal passo montagna in giù. Lì la fatica è stata enorme e lo dimostravano i divari termici tra Soriano/Viterbo e Ronciglione/Poggio durati fino alle 8 del mattino in modo evidentissimo.
Per concludere, questi sono gli scherzi che può farti l'aria pellicolare in presenza di richiamo caldi e spinte fredde a quote medio-basse. Lo stesso scherzo che ebbero i poveri abitanti dei castelli romani il 4 febbraio 2012 quando nella calda Roma nevicava e a 300m sui castelli pioveva.
Ho disegnato qui su questa cartina il limite della migliori nevicate che secondo me è ha coinciso proprio con il limite del richiamo caldo. Si noti come coincide proprio con la fine della parte più alti dei Cimini e l'inizio dei pendii più bassi dove si è ridossato con maggior facilità il freddo alle diverse quote. Al di là della linea accumuli di 3-4cm, al di qua accumuli decrescenti e poi nulli (ovviamente in parte compensati con la quota, quindi ragioniamo anche "tenendo conto della quota").