da Delfry » lunedì 10 novembre 2014, 11:42
Concordo con quanto detto da voi, d'altro canto era logico che non potesse fare aventi violenti da grosseto sino a caserta, ma solo in limitate strisciate. . . .meglio sia andata così, se avesse piovuto nel grossetano 200 mm ( visto le situazioni pregresse) eravamo partiti tutti come " angeli del fango" a dare una mano, ve lo dico io. . . .
una riflessione proposta da parte mia agli amici di meteoaquesio facebook:
TRA ALLERTE E PROVVEDIMENTI, BASTEREBBE UNA SOLUZIONE TECNOLOGICA
Mi interessa fare un focus, con opinioni personali, su quanto accaduto nel Lazio.
Sulla carta la situazione era potenzialmente pericolosa, il settore del centro Italia più a rischio, per il 6 Novembre e prima parte del 7, era proprio la regione che ha al suo interno la capitale dello Stivale.
Dopo le nostre buone considerazioni espresse con discreto scarto temporale il 4 Novembre, la situazione si andava progressivamente delineando .
Il 5 Novembre, analizzando i dati di precipitazione stimata di quasi tutti i modelli in nostro possesso, emergeva un probabile coinvolgimento che abbracciava in un primo momento i settori che vanno da alto romano alla Tuscia settentrionale, successivamente il basso Lazio.
Sempre il 5 Novembre, analizzando invece solo i dati sinottici, facendo una previsione con meno “aiuti” modellistici, una sorta di quanto succedeva agli albori della meteorologia con Bernacca e Baroni, si intuiva un possibile maggiore coinvolgimento dei settori compresi tra Lazio centro-meridionale e casertano.
A posteriori abbiamo visto come, questa volta, i settori effettivamente più colpiti siano stati compresi tra alto romano e alta ciociaria, anche se locali disagi si sono verificati anche altrove.
D’altro canto, come ampiamente espresso in ogni contributo delle nostre previsioni, sarebbero state solo “definite e circoscritte strisce di territorio” (tra tutte le zone ad allerta massima) ad aver avuto accumuli rilevanti (era evidente una grande disomogeneità degli accumuli anche a pochi km di distanza, figuriamoci tra province).
L’effettiva collocazione della striscia o delle strisce “violente” sarebbe risultata molto difficoltosa sino all’effettivo riscontro satellitare, gioco forza dove non avrebbe colpito la convergenza della ventilazione era ovvio che si sarebbe rimasti perlopiù solo a guardare.
Il passaggio tra 4 e 5 Novembre ha mostrato i bollettini di allerta passare da rischio Elevato a Molto Elevato per la giornata del 6 Novembre su basso grossetano, viterbese, romano e provincia di latina.
Ebbene, per quanto riguarda i gradi di allerta, il mio giudizio complessivo è positivo e le” allerte di rischio” sono risultate centrate e ampiamente giustificate.
Un po’ meno giustificati alcuni dei provvedimenti adottati, anche se mi sento di assolvere la decisione del prefetto di Viterbo, visto che non si hanno alternative rodate ed efficienti da applicare, come l’esempio che esporrò di seguito.
In particolare comprensibile, secondo il mio punto di vista, la chiusura delle scuole sul romano ( rischio grave deficit nello smaltimento dell’ acqua piovana) e sul grossetano meridionale( situazione alluvionale pregressa), mentre sul viterbese e sul frusinate si poteva agire forse in maniera successiva, in maniera diversa e diversificata.
Tenderei a specificare come una gestione della chiusura a posteriori , ossia invece di chiudere le scuole con 12 -18 ore di anticipo, le chiudo (eventualmente) alle 5:30/6 di mattina dello stesso giorno ( in questo caso del 6 Novembre), necessita di una attenzione e di una cultura di protezione civile, di norme e comportamenti che la cittadinanza italiana non è abituata a fare, quindi necessita di un grado culturale che ( molti) attualmente non sono abituati a sostenere.
Siamo nell’era della comunicazione immediata con internet e tutte le altre rapide telecomunicazioni , secondo me con un meccanismo rodato che si basa su principi tecnologici, si poteva essere sicuramente giunti alla soluzione più efficiente.
Soluzione tecnologica, nemmeno tanto. . .ecco un esempio:
Ore 16 del 5 Novembre, escono i bollettini di protezione civile, è allerta massima su varie province del centro Italia.
Ore 18 del 5 Novembre, si chiudono le scuole nei settori a maggiore rischio idraulico, in questo caso basso grossetano e dove si stimano le maggiori probabilità per i cumulati pluviometrici, in questo caso il romano.
Ore 19 del 5 Novembre, si mandano comunicazioni automatiche che compaiono nella home page di tutti gli istituti scolastici delle altre province coinvolte dall’allerta molto elevata (ma che sulla carta, alla luce degli aggiornamenti modellistici del 5, hanno rischio di accumulo pluviometrico leggermente meno probabile), in cui si esplicita che a causa dell’alto grado di allerta le sorti sulla chiusura di questo istituto verranno prese ed eventualmente ufficializzate nel primo mattino improrogabilmente entro le ore 6 del 6 Novembre sempre sul sito web in questione.
Ore 5:30 del 6 Novembre, una velocissima consultazione telefonica tra meteorologi del CFR-Lazio e prefetto di Viterbo con gli ultimi aggiornamenti sulle confluenze, i dati satellitari e sugli accumuli, poteva portare ad una migliore valutazione e quindi ad una migliore decisione sulla chiusura delle scuole provinciali.
Ore 6:05 del 6 Novembre, l’ufficialità sulla chiusura ( o meno) degli istituti provinciali è già fruibile sul sito della provincia e in home page su tutti i portali internet degli istituti e su tutti i siti dei comuni interessati( aggiornata univocamente in maniera automatica, con un semplice click di mouse).
Per aggiornarla con un semplice click basta un software ( magari con accesso da remoto) addetto a tale scopo e uno spazio predisposto sulle home page di tutti i siti scolatici e comunali a comparsa prefissata.
Sembra fantascienza?
Vi assicuro che non c’è niente di difficile e di mostruoso in quello che scrivo.
Non è detto che sia la cosa più efficiente ed efficace che si possa creare, saranno gli enti competenti eventualmente a valutarlo, ma almeno è una considerazione diversa dalle classiche lamentele senza senso dell’italiano medio (escludendo la maggioranza dei fan di meteoaquesio che so’ essere sensibili a queste cose).
Sta solamente a noi dimostrare ai nostri amministratori che siamo, dopo qualche bel ripasso, pronti culturalmente a soluzioni più efficienti e più idonee agli inasprimenti atmosferici che stiamo vivendo negli ultimi 15 anni.
ULTIMA COSA, sperando di non avervi annoiato, non corriamo l’inutile rischio di non credere a future allerte meteorologiche. . .Anche perché non è questo il caso di fallimento, era tutto espresso a priori nei termini usati delle previsioni ( almeno nelle mie) , circoscritte strisciate su un territorio di 300 km sono inevitabilmente una definita piccola percentuale dello stesso. . . . . ve lo dice “uno sciorno” che è stato a monitorare costantemente la situazione dal 5 mattina sino a questo momento ( 7 sera), che ha due occhi che da azzurri sono diventati rossi a forma di schermo del pc.
Francesco Del Francia, per gli amici Delfry.
Amante dei fenomeni temporaleschi in ogni sua forma, sicuramente il temporale nevoso è il non-plus-ultra della sua filosofia meteofila.