Ecco a voi il settimo e punultimo articolo della rubrica di meteostoria! Buona lettura!
7) Meteostoria: eventi meteo estremi del periodo 1991-2020
Reanalisi degli eventi meteo più rilevanti dal 1836 in poi
Di Claudio Giulianelli
Villa San Giovanni in Tuscia (VT), 21 Marzo 2021 – Siamo giunti all’ultimo 30ennio di analisi dagli archivi disponibili su Wetterzentrale e Meteociel, che ricordiamo partono dal 1836 e sono riferiti alla quota di 850 hpa (1500 m circa).
Quest’ultimo trentennio ha ancora degli strascichi delle peculiarità climatica del trentennio precedente nella sua fase iniziale, ma andiamo ad introdurre le caratteristiche generali:
>Questo nuovo trentennio consolida il trend iniziato in quello precedente di riduzione degli episodi di freddo in inverno e prosegue con le intense ondate di calore estive per il sud Italia, inverni dunque più miti ed estati più calde.
Nell’ultima parte, quindi in tempi recenti, le estati sono tornate ad essere più calde per le regioni settentrionali, con gli anticicloni subtropicali che si spostano più frequentemente verso l’Europa centrale. Delle estati dunque calde, simili a quelle degli anni ’40’e di metà ottocento. Va finendo dunque questa lunga serie di estati bollenti per il sud, iniziata negli anni ’80, con caldo più generalizzato in Italia e in Europa e meno caldo intenso per il sud, almeno fino ad oggi.
>Per quanto riguarda i mesi di maggio, c’è anche qua un ritorno al passato con tendenza ad avere dei mesi di Maggio con prevalente circolazione calda pre-estiva piuttosto che con gli ultimi sbuffi di aria fredda.
>In settembre ed ottobre sono praticamente scomparsi i primi respiri invernali, decisamente ridotti di intensità anche in novembre seppur in genere presenti.
>E’ in marzo e aprile soprattutto che ritroviamo gli strascichi di un clima ormai andato, con le ultime importanti ondate di freddo primaverili fino ai primi anni 2000. Ricordiamo che le intense ondate di freddo apriline erano venute fuori soprattutto negli anni ’50 quando era tutta la primavera ad essere piuttosto fredda, spesso, fino a fine maggio e con rigurgiti di aria piuttosto fredda (non invernale) a giugno. Andando avanti anche queste sono andate perdute. Anche il mese di giugno è un mese ora decisamente più caldo con anticiclone subtropicale più presente. La stabilità anticiclonica estiva nei mesi di maggio e giugno rappresenta un ritorno al passato, era una situazione tipica delle calde estati di metà ‘800.
Andiamo a vedere quali sono dunque gli eventi rilevanti di questo trentennio.
Nei primi anni ’90 c’è da segnalare la prima parte del ’91 piuttosto dinamica, con occasionI per nevicate a bassa quota e anche ad aprile, seppur senza raggiungere picchi di freddo rilevanti. Rigurgiti invernali anche nel mese di maggio, ma c’è da dire che quanto si è visto negli anni ’50 e ’60 è stato un freddo nettamente più rilevante! Se tanti di voi ricorderanno il maggio del 1991 come un mese freddo, immaginate cosa poteva essere 40 anni prima (tanto che si parla persino di nevicate a bassa quota in Maggio negli anni ’50, oltre che di gelate). In inverno in questi anni troviamo solo ondate di freddo ordinarie per lo più deboli e scarse precipitazioni, gli inverni infatti sono per lo più anticiclonici.
Andando avanti tra inverni spesso siccitosi e miti ed estati africane (le citiamo soltanto, il 6 luglio del 1993 ed il 10 agosto del 1994, due picchi di caldo molto intensi ad 850 hpa), arriviamo al dicembre del 96: l’ondata di gelo del Burian del 1996 rappresenta un evento di freddo al limite dell’estremo in questi ultimi 30 anni! Per quanto riguarda la provincia di Viterbo e zone limitrofe settentrionali del nostro territorio, l’intensità (ad 850 hpa) sembra essere paragonabile al gran gelo del gennaio 2017, se non addirittura più estrema, mentre per Roma invece di poco meno intenso. E’ l’unico evento di rilievo dal 1991, infatti gli anni proseguono con stagioni invernali scialbe e miti ed estati africane, ondate di calore di cui mettiamo solo la più rilevante in quanto si somigliano molto tutte finora come situazione barica, con spanciamenti dell’anticiclone africano verso il sud Italia e il Lazio coinvolto marginalmente. Nel ’98 ne abbiamo dunque un’altra, che citiamo soltanto, con picco il 1 luglio. Ed arriviamo poi alla più intensa di tutte, il 10 agosto del 1999.
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